Tour de France 2018, Nibali: “Lascio il Tour così ed è un peccato. I fumogeni non servono a niente!”
Grande rammarico per Vincenzo Nibali nel dover lasciare il Tour de France 2018. Il capitano della Bahrain – Merida si era preparato specificatamente per questa edizione della Grande Boucle e stava iniziando a vedere i frutti del suo duro lavoro proprio sull’Alpe d’Huez, una salita a lui congeniale nella quale avvertiva ottime sensazioni, come dimostrato con un primo attacco per saggiare la gamba dei rivali (o come dimostrato con il grande e rabbioso recupero nel finale, con una vertebra toracica fratturata).
Purtroppo per lui, deve invece lasciare il #TDF2018 senza possibilità di appello a causa di uno sventurato tifoso, come è emerso successivamente dai video pubblicati online. “Lascio il Tour così ed è un peccato, ci credevo di poter vincere la tappa”, commenta amaramente alla Gazzetta dello Sport prima di ritrovare la sua serenità, caratteristica che rimane uno dei suoi punti di forza come atleta, ma chiaramente ancor prima come uomo.
“Ho apprezzato anche il gesto di fair play che c’è stato, in una tappa così – prosegue, senza menzionare poi l’attacco di Romain Bardet, con il francese che ha spiegato non essere a conoscenza della situazione – Grazie. Ho visto qualche foto, sembra che tutti fossero schierati… io pensavo comunque solo a rientrare. Mi hanno mandato tantissimi messaggi. Da Froome, Bardet e Dumoulin. Mi hanno scritto Aru, Galliani… tantissimi amici. Prudhomme mi ha portato le scuse del Tour, penso non sia mai semplice una situazione del genere, quando accade una cosa così è sempre molto difficile”.
Riguardo la dinamica sostanzialmente ribadisce quanto espresso ieri, per una situazione caotica che nel complesso non è chiara neanche a lui. “In quel punto c’era un restringimento e non c’erano le transenne, o se c’erano le avevano scavalcate. C’erano i fumogeni, due moto della gendarmeria che si sono andate a stringere. Era partito Froome, lo stavo seguendo, è successo il patatrac e sono andato giù con il sedere. Mi è mancato il respiro. Come quando da ragazzotti si cade e non riprendi fiato”.
Un incidente comunque che si augura “possa servire in futuro per creare maggiore sicurezza agli atleti”, ma anche agli appassionati stessi. “I fumogeni non servono a niente“, rilancia rivolto ai tifosi che hanno ultimamente preso questa abitudine che più volte si è dimostrata pericolosa visto che i corridori son costretti a passare in mezzo a variopinte e dense cortine di fumo che bloccano la vista.
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